Le scie chimiche lo hanno portato in un istituto psichiatrico

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Jagoda Savić

          Fino al 2018, Enrico Gianini lavorava all'aeroporto di Malpensa, vicino a Milano, dove caricava e scaricava gli aerei. Qualche tempo fa, ha iniziato a pubblicare gli articoli sulla geoingegneria, che può influenzare il clima e le condizioni meteorologiche. Enrico Gianini è diventato una figura nota nel campo delle battaglie ambientaliste ed è stato un punto di riferimento per molti italiani grazie alle sue indagini approfondite e alle denunce pubbliche.

          Enrico è diventato famoso quando personalmente ha prelevato i campioni liquidi dai gas di scarico di un aereo e ne ha richiesto l'analisi a un laboratorio francese. I risultati delle analisi sono stati più che scandalosi perché hanno rivelato la presenza di metalli pesanti nei carburanti utilizzati dagli aerei per volare, sebbene i reattori non ne abbiano bisogno per il volo. Tra questi, c'erano gli elementi chimici bario, sodio, cromo, piombo e tracce di uranio. Il bario colpisce il sistema nervoso, causando difficoltà respiratorie, ipertensione, danni renali, insufficienza respiratoria e la morte. Il sodio causa sete intensa, pelle secca, debolezza, ipertensione, disturbi del ritmo cardiaco, problemi cerebrali e ictus. Il cromo influenza il metabolismo di carboidrati, grassi e proteine. Il piombo causa mal di testa, irritabilità, problemi di memoria, infertilità e, nei bambini, può avere effetti molto negativi su cuore, ossa, articolazioni, reni, denti, intestino, organi riproduttivi e sistema immunitario. L'uranio è cancerogeno e influenza la mutazione della somma dei geni di tutte le cellule degli organi genitali maschili e femminili.

          Enrico era felice di ottenere i risultati di laboratorio sull'avvelenamento dell'aria proveniente dall'aereo e nutriva grande speranza che le sue prove materiali avrebbero protetto la salute degli Italiani da queste pericolose sostanze chimiche. Per questo motivo, con grande entusiasmo, presentò i risultati dei campioni prelevati dai gas di scarico dell'aereo alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio, vicino a Varese, in Lombardia, dove vive. Quando vide che la Procura non aveva aperto alcuna indagine, Enrico inviò la stessa informazione a tutte le Procure della Repubblica italiane. Tuttavia, nessuna  Procura aveva battuto il ciglio nell'indagare su questo problema estremamente importante per la salute pubblica, quello dell'avvelenamento dei cittadini per inalazione.

Incidente stradale:

          Nel marzo 2019, Enrico ha avuto uno strano incidente stradale. Secondo lui, mentre era alla guida della sua auto, un'altra auto ha cercato di spingerlo fuori strada. Enrico è riuscito a evitare l'incidente e ha iniziato a seguire il veicolo che lo stava investendo per registrare la targa e informare la polizia stradale. La polizia è arrivata poco dopo, ma gli agenti hanno affermato che il conducente dell'altro veicolo li aveva contattati e ha accusato Enrico di essere responsabile della pericolosa manovra per strada. La polizia lo ha perquisito e uno degli agenti ha riferito che Enrico lo aveva causato la lussazione del dito. Le cartelle cliniche presenti nel fascicolo mostravano la lussazione  al dito dell'agente, ma Enrico ha negato di averlo toccato.

          Enrico è stato portato in tribunale per questo episodio ed è stato condannato a sei mesi di carcere per la lussazione  del dito dell'agente. Lui ha scontato quaranta giorni di carcere e il resto del tempo agli arresti domiciliari. Successivamente, il caso è stato riaperto ed Enrico è stato ricoverato in un ospedale psichiatrico penitenziario. Enrico meritava davvero di essere ricoverato in un istituto psichiatrico chiuso? Perché ho sospettato che si trattasse di un processo inscenato? Innanzitutto, nella descrizione del comportamento di Enrico, notiamo il suo impulso “a seguire il veicolo per fotografare la targa”, e un simile movente poteva avere soltanto  qualcuno che era stato ingiustamente attaccato per strada e che voleva smascherare la persona che lo aveva causato un tale fastidio.

          Come secondo, il giudice Daniela Frattini non ha affatto accertato le circostanze della spinta fuori strada, ma si è concentrata solo sul dito ferito, dimostrando così fin dall'inizio di avere un approccio non obiettivo nei confronti dell'imputato Enrico. Come terzo, Enrico non è stato accusato di aggressione contro la persona in servizio, e nonostante un tale  attacco sia un reato penale in tutta Europa, il giudice Frattini non lo ha incriminato. Vorrei sottolineare  che  tutti noi che seguiamo l'operato della magistratura, notiamo subito che per una lieve lesione fisica è previsto il risarcimento del danno alla salute causato dall'autore del reato alla persona lesa, e che la sentenza del giudice Frattini avrebbe dovuto comprendere l'importo di denaro che il condannato avrebbe dovuto pagare.

          Come  quarto, il giudice Frattini ha stabilito una pena detentiva per la lussazione del dito anziché un risarcimento in denaro, e credo che tanti conoscenti di materia  concorderebbero sul fatto che una pena detentiva sia estremamente sproporzionata e massimamente esagerata rispetto alla causa. Per questo motivo sono convinta che dietro l'intero incidente stradale ci siano retroscena poco chiari . Poi,  che il conducente dell'auto, l'autista-spintore, sia stato incaricato d'un mandante sconosciuto e persino pagato di causare un incidente stradale, al fine di creare artificialmente una situazione giuridica attraverso la quale Enrico avrebbe ricevuto „una smagliatura al naso“ o „la decapitazione del suo essere sociale“.           

          Al processo per la lussazione del dito, il giudice Frattini ha ordinato una perizia psichiatrica per Enrico Giannini e lo ha affidato all'Ospedale Psichiatrico di Gallarate a Varese. Vorrei avere l'opportunità di spiegare al giudice Frattini che la maggior parte dei cittadini di cui leggo le dichiarazioni sui social media considerano il suo procedimento come un processo repressivo di regime. Sarebbe inoltre importante che il Giudice ci spiegasse perché ha richiesto la perizia psichiatrica di Enrico per la lussazione del dito??? La perizia è stata condotta dal Dott. Antranik Balliant dell'Ospedale Psichiatrico di Gallarate, che ha diagnosticato a Giannini una psicosi, ovvero un disturbo paranoide che necessita di essere trattato con farmaci psicotropi. Più precisamente, nella sua perizia, lo psichiatra ha definito Enrico che sia una persona affetta da “disturbo schizoide di personalità, classificato come disturbo delirante caratterizzato da un forte senso di persecuzione e cospirazione“. Esistono numerosi video su Internet sulla geoingegneria in cui Enrico appare estremamente coerente, ragionevole e composto, quindi questa valutazione psichiatrica è molto diversa dall'impressione che Enrico lascia negli spettatori dei suoi video su Internet. La compagna di Giannini, Greta Regant, ha dichiarato che lo psichiatra è apparso calmo e composto durante l'interrogatorio, affermando persino che l'attività di ricerca dell'imputato nel campo della geoingegneria era frutto di un interesse personale, irrilevante ai fini della valutazione del suo stato di salute mentale. Tuttavia, Greta ha assistito anche all'udienza con lo psichiatra in aula, affermando che lo stesso psichiatra appariva una persona diversa, che non era calmo, ma sembrava sotto minaccia, ricatto o pressione.

Cambio di opinione dello psichiatra:

          Il 7 ottobre 2019, il giudice Frattini ha pronunciato la sentenza nei confronti di Enrico, dichiarandolo responsabile dei reati a lui attribuiti, tra cui la lussazione del dito di un agente di polizia, e condannandolo a sei mesi di carcere, con il pagamento delle spese processuali. Il giudice Frattini ha inoltre scritto nella sentenza: “Si ritiene pertanto che l'imputato debba essere considerato pericoloso in questo momento perché non ha alcuna intenzione di sottoporsi volontariamente alle cure. Ciò impedisce che gli venga concessa la sospensione condizionale della pena e comporta l'applicazione di misure di sicurezza, secondo le indicazioni di merito formulate dal perito. Il giudice Frattini ha applicato la misura di sicurezza ordinando che fosse preso in carico dal centro psicosociale CPS per un periodo di un anno. Enrico stesso ha spiegato questa parte del processo in un video pubblicato all'inizio del 2020. Non so per quale motivo il giudice non abbia letto attentamente la dichiarazione dell'agente di polizia che ha denunciato Enrico, perché lui non ha menzionato che Enrico avesse perso il controllo di sé al momento dell'aggressione e non ha nemmeno valutato il comportamento di Enrico come violento, quindi non si è accorta che accusava Enrico solo di esserlo lussato un dito. Non so ancora quali argomentazioni il giudice potrebbe utilizzare per spiegare perché Enrico sia stato privato della libertà e perché sia ​​stato sottoposto a cure ospedaliere. Le argomentazioni del giudice su questo punto non abbiano alcuna giustificazione logica e morale.

L'altra perizia:

          Enrico si è difeso dalle accuse di cui sopra affidando la procura per rappresentarlo in questo caso al noto avvocato penalista Federico Lugoboni. Questo avvocato ha scelto lo psichiatra Alessandro Meluzzi per fornire la sua perizia sullo stato mentale di Enrico. Questo psichiatra ha dichiarato che Enrico  era lucido e sano di mente. Abbiamo quindi due perizie completamente contraddittorie da parte di due psichiatri le cui la padronanza della materia non si può  nemmeno paragonare. Il primo è un medico completamente anonimo, di cui non risulta nemmeno su Internet che lavori presso l'ospedale di Gallarate, né che sia mai stato perito in alcun altro caso giudiziario, né che alcun giornalista gli abbia mai chiesto il suo parere sui problemi di salute mentale, né che nessun giornalista abbia mai pubblicato un'intervista con lui su questioni psichiatriche, e non va sottolineato in modo particolare che non appare su Internet alcun suo testo pubblicato su una rivista professionale. Questa è, in sintesi, la validità scientifica del medico che ha fornito la perizia su Enrico sulla richiesta del tribunale.

          A differenza del Dott. Baliant, l'altro perito del tribunale è un professore universitario la cui competenza è riconosciuta negli ambienti scientifici europei e mondiali. In breve, abbiamo a che fare con la perizia di un anonimo e con quella di un professore di fama internazionale. Non mi lascio influenzare da titoli accademici del professor Meluzzi, che non significano assolutamente nulla per me. Ma questo professore è stato spesso ospite di programmi televisivi RAI che ho seguito e in ogni apparizione, senza eccezioni, ha dato l'impressione di un buon intenzionato esperto di altissimo  livello. Pertanto, se il professor Meluzzi riteneva che Giannini fosse lucido e sano di mente, allora accetto che effettivamente sia cosi’. Se l'Italia fosse uno Stato di diritto nel pieno senso della parola, allora il giudice Frattini dovrebbe rispondere davanti a una valida commissione disciplinare italiana alla domanda sul perché abbia scelto di dare la sua fiducia ad un completo anonimo perito invece ad un professore con referenze molto valide. Il giudice ha anche commesso un errore nell'elaborazione cognitiva di due perizie, e anche il suo giudizio morale è fallito. Per noi che ci siamo rivolti alle pratiche spirituali, sembra che tali giudici non temano né del Signore né della Sua punizione.

La riapertura del caso:

          Enrico temeva che gli venissero somministrati con la forza psicofarmaci che non voleva consumare, e pertanto non si è mai presentato a scopo di controllo né alla polizia né al centro psicosociale del CPS, commettendo così il reato di “violazione deglii obblighi imposti”. Quindi, il caso di Enrico è stato riaperto perché non aveva rispettato le disposizioni di presentarsi periodicamente in Questura e di recarsi al CPS per le cure, e le autorità hanno dovuto stabilire se Enrico fosse un “pericolo sociale”.

Per questo motivo, il 20 febbraio di quest'anno, è stato arrestato e lasciato al CPS per diversi giorni, dove ha accettato di assumere sonniferi, data la sua difficoltà a dormire, ma ha rifiutato qualsiasi altro trattamento medico e farmacologico. Il 25 febbraio è stato trasferito dal REMS a Castiglione delle Stiviere a Mantova, dove è detenuto tuttora. Il REMS è un ex ospedale psichiatrico giudiziario, o meglio una struttura di detenzione, e il suo nome corretto è Residenza per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza.

Divieto di contatto:

          A causa delle normative in vigore nell'ospedale penitenziario, Enrico non può usare il cellulare né avere contatti con il mondo esterno. Non poteva parlare con il suo avvocato per i primi 10 giorni dopo l'ingresso nella struttura. La mattina del 4 marzo gli è stato permesso di parlare con il fratello per questioni amministrative e burocratiche, inclusa la gestione della casa. Il fratello ha affermato che Enrico si sentiva un po’ esausto e fiacco, e che aveva lievi difficoltà ad articolare e pronunciare le parole. Il giorno del suo trasferimento a Castiglione delle Stiviere, il personale REMS ha contattato la sua compagna Greta, ma gli operatori della struttura di “osservazione” hanno deciso che lei non avrebbe potuto contattare Enrico per un mese. Greta ed Enrico hanno avuto il loro ultimo contatto il 24 febbraio, quando Enrico, piuttosto scoraggiato, le ha scritto: “So che non ti rivedrò mai più”.

          Gli assistenti di Enrico, un avvocato e un medico di fiducia hanno potuto visitare Enrico nell'ospedale del carcere dopo un po’ di tempo. I due hanno informato le autorità in merito alle leggi sovracostituzionali italiane, come la Legge sulla ratifica dei trattati internazionali n. 881/77 e 848/55, in quanto superiori alle leggi locali italiane e devono essere rispettate per legge in termini di rispetto dei diritti umani. Tale notifica è già stata inviata tramite posta elettronica certificata (PEC) il 16.03.2025 come la “Notifica di Conformità”. Greta ha dichiarato di aver potuto visitare Enrico sotto supervisione e in presenza di un'assistente sociale e di uno psicologo: “Purtroppo, Enrico è apparso sotto sedazione, con gli occhi lucidi per l’emozione, tremava, con corpo ciondolante ed era molto stanco sia fisicamente che mentalmente. Parlava con difficoltà e rallentava il ritmo e mi ha profondamente commosso vederlo in quello stato”.

          Enrico ed io abbiamo 543 amici in comune su Facebook. Gli ho scritto un messaggio in un commento sotto il suo ultimo post di febbraio, pubblicato prima del suo arresto. Gli ho scritto che volevo solo sapere come stava, ma non ho ricevuto alcuna risposta. In questo modo, ho capito che Enrico è davvero in un blocco totale e che non gli è permesso di avere contatti sociali. Enrico, se avesse avuto accesso a Internet, avrebbe risposto alla domanda, se non altro per cortesia, fatta con buone intenzioni.

Supporto dei cittadini:

          Sulla piattaforma Telegram c'è un canale chiamato “I Guardiani del Cielo”, gestito dalla sua compagna Greta e che ha raccolto circa 1.500 membri in poche ore dalla notizia dell'arresto di Enrico. C'è poi il canale “Enrico Giannini Update”. Parenti, amici, conoscenti e altri cittadini esprimono il loro sostegno, la loro solidarietà e la loro profonda indignazione per il ricovero forzato di Enrico nell'ospedale penitenziario. Tutti pensano che Enrico sia una persona lucida, equilibrata e calma. Alcuni giornalisti italiani che hanno riportato questo caso nei loro articoli hanno utilizzato termini come “processo kafkiano”, basato sul famoso romanzo “Il Processo” di Franz Kafka, che ha il significato di un procedimento “insensato, complicato e senza possibilità di uscita dalla situazione”. Altri avevavo usato il termine “nuovo Gulag”, che è il nome dei campi di lavoro forzato sovietici, alludendo al romanzo “Arcipelago Gulag” del premio Nobel Aleksandr Solženicyn.

Perché Enrico è un rompiscatolle?

          Ecco solo uno dei discorsi di Enrico per comprendere meglio il peso delle sue parole pubbliche.

Diana M. Scubla, ha organizzato un dibattito sul tema “Cielo e Terra avvelenati”. Enrico parlò senza esitazione dell'incidente avvenuto il 9 luglio 2024 all'aeroporto di Malpensa. Quel giorno, un Boeing 777 della compagnia sudamericana Latam con 383 passeggeri a bordo del volo LA8073 diretto a San Paolo in Brasile, sfiorò la pista dell'aeroporto con la coda per oltre 700 metri. Il Corriere consultò due comandanti con decenni di esperienza, i quali spiegarono che l'aereo era decollato a una velocità di 56 chilometri orari, inferiore a quella necessaria. Ciò è stato quasi certamente dovuto a un errore nel calcolo del peso totale del velivolo, che ha portato a un'accelerazione troppo bassa, ma è stato molto probabilmente cruciale che il decollo sia avvenuto più tardi, data la lunghezza della pista di Malpensa. I piloti hanno dichiarato nei loro documenti di viaggio che nei serbatoi erano presenti 109.625 chilogrammi di cherosene. Le schede rilasciate dal fornitore confermano che a Milano sono stati riempiti 122.702 litri, pari a circa 96.700 chilogrammi di carburante, più quanto rimasto dal viaggio precedente. Una volta in quota, prima di rientrare per i necessari controlli, il velivolo ha scaricato quintali di cherosene dall'aria, il classico sversamento di carburante su un'area agricola e residenziale, con conseguente grave inquinamento ambientale.

Probabilità di vittoria:

          Sarei felicissima di rivedere Enrico e Greta tra le loro braccia nella loro casa di Busto Arsizio. Tuttavia, la situazione generale nel campo della geoingegneria e dell'inquinamento atmosferico dimostra che lo Stato italiano sta compiendo le mosse decisamente suicide. Questo approccio autodistruttivo delle autorità nei confronti della tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini non ha né le risorse né la motivazione per sostenere Enrico Gianini. Innanzitutto, un esempio lampante dello stato nel quale si trova quel settore ci ha dato Simone Ippolito, un coltivatore del riso, che ci aveva descrito di come il carburante abbia contaminato risaie e aree residenziali, evidenziando potenziali danni alle colture e alla salute pubblica. Simone  è anche contrario all'espropriazione delle risaie nelle zone di Vercelli e Biella in Piemonte. Per chi non ha familiarità con questo termine, l'espropriazione è un atto giuridico con cui un immobile passa dalla proprietà privata a quella pubblica. In Piemonte, le autorità hanno pianificato di convertire cinquemila ettari di terreno agricolo in pannelli solari entro il 2030. L'espansione dei parchi fotovoltaici sui terreni agricoli sta distruggendo il paesaggio, inquinando il suolo e alterando il microclima locale, mettendo a repentaglio l'agricoltura e la biodiversità locali. Simone ha anche parlato del trucco per trasformare le aree agricole in aree industriali e dei ricatti delle multinazionali. Nel tale contesto è più appropriato e desiderabile Enrico Sepolto  o Enrico Dietro le sbarre, piuttosto che Enrico Il ribelle.

         Enrico dovrà scontare un anno di carcere nell'ospedale penitenziario, prorogabile ogni sei mesi. Innanzitutto, dopo quella permanenza nell'ospedale penitenziario, potrebbe seguire un'altra degenza di circa 12 mesi, con restrizioni della libertà, con l'obbligo di presentarsi in questura ogni settimana e visite psichiatriche periodiche con possibile somministrazione forzata di psicofarmaci presso il CPS di Busto Arsizio.

Il suo caso richiede risposte concrete e un confronto pubblico sul tema della libertà, della giustizia e dei diritti umani fondamentali. In particolare, il metodo con cui lo Stato ha deciso di intervenire solleva la questione se una voce dissidente possa diventare la bocca chiusa con una manciata di farmaci che offuscano il cervello??? 

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